VERBANIA - 02-07-2021 -- S’allarga il fronte delle indagini sul disastro del Mottarone e, in vista dell’incidente probatorio che si terrà giovedì prossimo, s’allunga l’elenco degli indagati. Finora le uniche persone iscritte nel registro delle notizie di reato erano Luigi Nerini, socio unico e amministratore delle Funivie del Mottarone, il direttore d’esercizio ingegner Enrico Perocchio, e il caposervizio dell’impianto Gabriele Tadini, accusati di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro aggravata e, per il solo Tadini (l’unico che è ai domiciliari) di falso. Le loro responsabilità sarebbero legate -nell’ipotesi accusatoria- alla rimozione volontaria dei freni d’emergenza che, bloccati dai cosiddetti “forchettoni”, il 23 maggio non s’azionarono quando, rompendosi la fune traente, la cabina numero 3 scivolo a folle velocità a valle, scarrocciando all’altezza del pilone e precipitando nel vuoto, causando 14 morti e un ferito.
Ora che si scava sui motivi per i quali la fune si ruppe, e che è necessario procedere con accertamenti tecnici irripetibili, il procuratore capo Olimpia Bossi e il sostituto Laura Carrera hanno aggiunto alle contestazioni un nuovo capo d’imputazione, attentato alla sicurezza dei trasporti, indagando formalmente altre nove persone e due società. Funivie del Mottarone e Leitner spa sono chiamate in causa per la legge sulla responsabilità amministrativa dei loro dipendenti. Leitner nella qualità di società delegata per contratto alla manutenzione. L’informazione di garanzia è destinata al presidente Anton Seeber, al consigliere delegato Martin Leitner, al dipendente Rino Fanetti (colui che il 22 novembre 2016 realizzò la testa fusa, nei pressi della quale il cavo s’è spezzato), e il dirigente Peter Rabanser, delegato per l’ambiente e la sicurezza degli impianti a fune.
Poiché alcuni lavori e controlli erano delegati ad altre ditte, sono stati indagati Fabrizio Pezzolo e Davide Marchetto, legale rappresentante il primo della, e responsabile tecnico per gli impianti a fune il secondo, della Rvs srl di Torino, società specializzata in impianti oleodinamici. Ma anche il formazzino Federico Samonini, titolare della Scf Monterosa, e Alessandro Rossi e Davide Moschitti, i tecnici della Sateco srl di Torino, coloro che nel novembre del 2019 e nel novembre del 2020 effettuarono le prove magneto-induttive sulla fune traente che s’è spezzata.
Le informazioni di garanzia sono atti dovuti che permettono agli indagati di poter nominare propri tecnici e consulenti nell’incidente probatorio, da svolgere alla presenza di tutte le parti.


