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VERBANIA - 06-09-2022 -- Tre anni, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca delle somme o dei beni per la cifra ancora da restituire. S’è chiuso con una condanna per peculato e simulazione di reato il processo a carico dell’ex comandante della polizia locale del Vergante, Mauro Aceti, accusato d’essersi trattenuto circa 68.000 euro di multe pagate in contanti dai trasgressori ai vigili e mai riversate nella contabilità degli enti.

Oggi il collegio del Tribunale di Verbania presieduto da Donatella Banci Buonamici (giudici a latere Rosa Maria Fornelli e Antonietta Sacco) l’ha ritenuto colpevole per tutte le accuse, respingendo la tesi del furto della valigetta contenente il denaro e la difesa secondo cui gli ammanchi erano in realtà irregolarità amministrative. Il Tribunale gli ha riconosciuto però la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti e la continuazione dei reati, limitando una pena che avrebbe potuto essere molto più elevata.

I tre anni sono meno dei tre e mezzo chiesti dal procuratore capo Olimpia Bossi, che già era partita da pene basse (per il peculato si va da 4 a 10 anni e mezzo) e che, nella sua conclusione, ha considerato la restituzione di 49.000 euro su 64.000, sottolineando come l’imputato, già suo collaboratore in Procura come ufficiale di pg specializzato in reati ambientali e urbanistici, sia sempre stato persona affidabile e disponibile. Il pm non ha saputo trovare risposte al comportamento delittuoso dell’ex comandante, che di fronte alle contestazioni sugli ammanchi, un mese dopo la data in cui sarebbe avvenuto il fatto, era andato dai carabinieri di Lesa a denunciare la sparizione di una valigetta conservata nell’ufficio contenente proprio quel denaro, gesto considerato simulazione di reato. “Un fatto inverosimile – ha detto Bossi – non perché non possa accadere un furto, ma perché un pubblico ufficiale non avrebbe mai aspettato così tanto tempo per denunciare”.

Sia nell’interrogatorio reso in dibattimento, sia nelle parole del suo difensore, Clarissa Tacchini, Aceti ha sostenuto non solo che il denaro sia sparito, ma che l’incassare le multe in contanti non era nelle sue mansioni, così come la tenuta della contabilità e che il problema fosse la disorganizzazione dell’ente. Da qui la richiesta di assoluzione.

Non avranno un risarcimento diretto gli enti che si sono costituiti parte civile: i comuni di Massino Visconti, Nebbiuno, Colazza, Brovello Carpugnino, Pisano e Gignese con l’avvocato Paola Lorenzini; L’Unione montana Due Laghi con l’avvocato Filippo Cigala Fulgosi. Coperto il danno patrimoniale con la confisca, il collegio ha rinviato a un altro giudice e a una causa civile la quantificazione di quello d’immagine, pur mettendo a carico dell’imputato le spese legali sostenute dalle controparti.

 


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