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VERBANIA - 13-03-2023 -- I restanti testi della difesa e un secondo esame dell’unico testimone oculare del fatto. Avrà ancora due udienze, già calendarizzate per la primavera-estate, il processo che deve far luce sulla morte di Festim Brakollari, il 37enne albanese residente ad Arona che nel pomeriggio del 19 aprile del 2019 morì annegato a Meina. Assunto da undici anni come manutentore tuttofare di un residence, quel giorno uscì su un sup (stand up paddle, una tavola che si manovra restando in piedi e remando) per recuperare un pedalò andato alla deriva. Finì in acqua e non riemerse, come ha raccontato l’ospite d’un albergo vicino. Il pm che l’ha interrogato come suo teste, ha chiesto di riascoltarlo alla luce di quanto emerso dalle altre deposizioni. Secondo la Procura e le parti civili -i familiari del dipendente- Brakollari morì per la negligenza del datore di lavoro, che non gli garantì le condizioni di sicurezza per il recupero del pedalò.

La difesa sostiene che l’operaio non era addetto a quella mansione e che, se la fece, fu di sua iniziativa, per zelo.

 


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