
CALASCA CASTIGLIONE - 12-1-2024 -- Una messa per celebrare la decisone di papa Francesco di avviare alla beatificazione di don Giuseppe Rossi, riconoscendone il martirio. La officerà, domenica pomeriggio (ore 16) il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla nella chiesa di Castiglione, la stessa che vide il giovane sacerdote parroco dal 1938 al 26 febbraio 1945.
Don Rossi fu ucciso per rappresaglia dai fascisti della Brigata Nera il 26 febbraio 1945 a soli 34 anni.
Don Rossi nacque a Varallo Pombia il 3 novembre 1912 in una famiglia di condizioni umili. Ordinato sacerdote nel 1937, l'anno dopo fu assegnato alla parrocchia di Castiglione Ossola.
Qui si dedicò con grande zelo al suo ministero di parroco di montagna, ancor di più durante la guerra quando gli si presentò l'opportunità di fuggire per porre in salvo la sua vita, ma non volle abbandonare la sua gente. Restò tra loro sino al martirio. Nella mattina del 26 febbraio 1945 alcuni camion di fascisti e nazisti entravano in Valle Anzasca diretti a Macugnaga. All'ultimo ponte prima del paese un mezzo fu colpito da alcune bombe a mano gettate dai partigiani appostati nei boschi sovrastanti; vi furono due morti e numerosi feriti.
Proprio in quel momento l'orologio del campanile suonava le nove; e ciò venne interpretato come un segnale lanciato ai partigiani. Inferociti i militari diedero alle fiamme le case della frazione Paita, quindi fecero 45 ostaggi: vecchi, donne e bambini e anche don Giuseppe che provò a rianimare tutti. Prima di sera quasi tutti gli ostaggi vennero rilasciati, lo stesso sacerdote potè fare ritorno a casa. Era chiaro che i militari sarebbero tornati a prenderlo, e qualcuno gli consigliò anche di scappare ma don Giuseppe rimase al suo posto. E la tragedia di consumò. A sera il parroco fu prelevato e portato nella frazione Colombetti. Malmenato pesantemente anche con pietre e il calcio dei fucili, fu obbligato scavare la propria fossa e poi ucciso con il colpo di grazia. I paesi lo cercarono per giorni e giorni, solo il 4 marzo una donna del paese - su indicazione di un soldato pentito - ritrovò il corpo e diede l'allarme; la salma fu ricomposta, portata in casa parrocchiale e visitata con commozione da numerosi valligiani. I fascisti cercarono di incolpare i partigiani dell'omicidio ma nessuno vi credette.
La salma venne poi tumulata nel cimitero di Varallo Pombia da dove, nel 1991, dopo grandi insistenze, fu riportata nella chiesa parrocchiale di Castiglione.
Il martirio di don Rossi ha fatto sì che la Congregazione per le Cause dei Santi concedesse il nulla osta all’introduzione della Causa di Beatificazione e canonizzazione il 7 settembre 2001. Il processo diocesano, apertosi il 22 settembre 2002, si è chiuso il 7 marzo 2004. Il 14 dicembre con una lettera giunta dal Vaticano, la notizia che è stato riconosciuto il martirio del Servo di Dio don Giuseppe Rossi, che, quindi, sarà Beato entro il 2024.
Come si legge nella Promulgazione di Decreti del Dicastero delle Cause dei Santi, "durante l’Udienza concessa a Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il Sommo Pontefice ha autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare vari decreti, fra i quali quello Decreti riguardante anche il martirio del Servo di Dio Giuseppe Rossi, Sacerdote diocesano; nato il 3 novembre 1912 a Varallo Pombia (No) e ucciso in odio alla fede il 26 febbraio 1945 nei pressi di Castiglione Ossola (Vco)".


