ARONA –05-08-2017- In merito all’articolo comparso giorni addietro sui principali canali di comunicazione e all’ordinanza di cui è stato oggetto, il titolare di una attività aronese di tatuaggi, lo stesso tiene a precisare: “ I funzionari dell’Asl hanno prelevato un unico campione di colore rosso nel 2016, nell’ambito di una serie di controlli di routine che vengono effettuati nelle attività come la mia (e non alcuni campioni come riportato erroneamente nella ordinanza e nella nota finale dell’Asl). I risultati sono stati resi noti nel luglio di quest’anno quindi dopo ben un anno dal sequestro e l’unico campione prelevato è risultato non idoneo (a differenza di quanto riportato sulla certificazione che viene allegata al momento della vendita da arte della ditta ndr ). Tale campione è stato quindi da me smaltito, ma questo non è stato mai utilizzato nel mio negozio perché sottoposto a sequestro cautelare dopo il prelievo.” Il titolare aggiunge che nello svolgimento della sua attività “segue scrupolosamente le normative ed ha organizzato anche un database informatico dove sono inseriti tutti i lotti di colorazioni con cui lavora. Mi chiedo peraltro come mai siano passati 11 mesi dal momento del prelievo alla comunicazione degli esiti degli esami predisposti da Asl e Arpa e quindi dall’emissione dell’ordinanza che riguarda un campione unico (definito nella ordinanza lotto), di un colore che comunque, dal momento del prelievo in poi, non è stato mai utilizzato e che comunque era provvisto di una certificazione del grossista dove si dichiara che il prodotto è da “ritenersi atossico” e quindi privo di “ammine aromatiche potenzialmente cancerogene”.