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flash mob pesci

ARONA/OLEGGIO CASTELLO - 26-01-2020 - I volontari di Legambiente, anche nell'Aronese, hanno manifestato con jun flash mob la loro contrarietà alla continua costruzione di impianti idroelettrici su fiumi e torrenti. Il flahs mob si è svolto in valle Vevera, nei pressi della centralina idroelettrica in fase di attivazione, nel territorio fra Arona ed Oleggio Castello. Ritengono questi progetti incompatibili con la tutela dei corsi d'acqua e della loro biodiversità con prelievi eccessivi e il proliferare di nuovi cantieri in luoghi per lo più incontaminati, che minacciano la vita di centinaia di corsi d’acqua naturali.


Il simbolo grafico e mascotte dell’evento è un tipico pesce presente nei fiumi, protetto dalle normative europee e italiane perché a rischio estinzione: il Cottus gobio, comunemente conosciuto come “scazzone”, localmente anche detto böet.
La mobilitazione, denominata “La protesta dei pesci di fiume”, che si svolge in tutta Italia, è un appuntamento convocato da 18 associazioni ambientaliste per chiedere al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa il rispetto della Direttiva Quadro Acque, anche quando si tratta di energia idroelettrica. L’obiettivo è bloccare i progetti nei corsi d’acqua naturali che accedono agli incentivi previsti dal nuovo Decreto Rinnovabili FER 1 che provocherebbero un ulteriore danno ai nostri fiumi, già provati dagli effetti della crisi climatica, a fronte di un irrisorio contributo di energia rinnovabile prodotta.


In Piemonte sono oltre 25 gli appuntamenti programmati nelle diverse provincie, con particolare concentrazione nel VCO (sui fiumi Toce, San Giovanni, Strona e in val Vigezzo) e nell’alto Vercellese e nel Biellese.   Così Massimiliano Caligara presidente del circolo Legambiente “Gli Amici del Lago” ha dichiarato: “Abbiamo sempre manifestato la nostra contrarietà alle centraline mini-idroelettriche. Sono iniziative imprenditoriali non sostenibili, innanzitutto dal punto di vista dell’equilibrio ambientale dei fiumi, ma anche dal punto di vista economico se non ci fossero gli incentivi pubblici. La produzione di energia è limitata e i privati la cedono al Gestore dei Servizi Energetici ottenendo dei prezzi spropositati. Ricordiamo che l’incentivo che va a vantaggio delle imprese di derivazione mini-idroelettrica è sostenuto dai cittadini con le bollette delle utenze domestiche, per un importo complessivo di circa 1.200 milioni di euro all’anno per più di vent’anni”.

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